CONOSCIAMO I BOOK BLOGGER

INTERVISTA A BIBLIOTEC_ALE





Ciao a tutti, oggi abbiamo Alexandra a tenerci compagnia e a presentarci la sua pagina.
Ciao a tutti mi chiamo Alexandra, studio economia, mi piace leggere romanzi e suonare la chitarra. Ho un debole per i cani, soprattutto se sono appiccicosi come la mia.

Quando hai aperto la pagina?
Poco più di un mese fa.

Quale motivo ti ha spinta ad aprirla?
Volevo creare un posto mio in cui poter parlare di libri, la mia pagina personale mi stava diventando stretta perché le storie con libri ricevevano pochi feedback e confrontarmi con altri lettori è una cosa che mi ha sempre fatto piacere. Sul bookstagram in poco più di un mese ho trovato persone che provavano il mio stesso piacere a discutere delle proprie letture e ho preso parte al mio primo gruppo di lettura!

Cosa pensi debba trasmettere un book blogger?
Non è una domanda semplicissima, anche perché, appunto, questa pagina è nata da un'esigenza mia più che dalla volontà di creare qualcosa per gli altri. In generale penso debba invogliare alla lettura e alla riflessione che poi diventa scambio, confronto. Avere uno o più interlocutori aiuta a soffermarsi di più su ciò che si legge e quindi a trarne più benefici. Banalmente anche solo pensare a cosa scrivere su un post-recensione è uno stimolo non indifferente da questo punto di vista e ciò dovrebbe poi riflettersi nei lettori della pagina o del blog.

Hai mai letto un libro consigliato da un book blogger?
Letto ancora no purtroppo, perché poco dopo che ho aperto la pagina e scoperto il fantastico mondo del bookstagram è iniziata la quarantena. Ma ho la Wishlist piena grazie a post che ho letto qui e conto di leggerli appena mi sarà possibile comprare nuovi libri!

Genere preferito?
Narrativa.

Un libo che dovrebbe essere in tutte le wishlist degli appassionati?
Uno qualunque di Isabel Allende.

Puoi regalarcene una breve recensione?
L'ultimo che ho letto è "Lungo petalo di mare". All'inizio ci troviamo nella Spagna rivoluzionaria. Quando Franco prende il potere dopo una lunga e sanguinosa guerra, gli esuli politici sono tantissimi. Noi seguiamo le vicende di una famiglia costretta a scappare in Cile, che viene prima accolta con diffidenza e poi accettata di buon cuore. Questo romanzo è un omaggio a Pablo Neruda e al suo impegno politico (all'inizio di ogni capitolo ci sono dei suoi versi ed è anche un personaggio) e il tema principale è il dramma dell'esilio e della  consapevolezza che dopo anni di abbandono casa non è più quella che si ricordava. E quindi non è più casa. Che poi è un po' la tragedia della stessa autrice. A me è piaciuto moltissimo sia per l'intreccio, sia per i temi sia per il modo, sempre magistrale, con cui tutto viene presentato.

Un libro in cui ti sei rivista?
Il primo che mi viene in mente è La vita bugiarda degli adulti, mi sono rivista tantissimo nelle insicurezze esasperate di Giovanna che mi ha fatta tornare a quando al liceo mi sentivo così.

Scrittore che porti nel cuore?
sabel Allende, non si era ancora capito?!
In realtà ce ne sono anche altri che però devo ancora approfondire bene! Di Isabel ho letto quasi tutto quindi ormai vado sul sicuro.

Casa editrice che non ti delude mai?
Direi Einaudi ma mai mai mai mi sembra davvero difficile.

Un libro che non porterai mai a termine?
È molto raro che non finisca un libro. L'ultima volta è successo al liceo con i Malavoglia, ci ero rimasta male perché i racconti di Verga mi piacevano tantissimo. Ma non lo considero un mai perché prima o poi lo leggerò!

Il libro più lungo che hai in libreria?
Guerra e pace, circa 1500 pagine.

Un libro che hai regalato a qualcuno?
Il signore degli anelli in lingua originale al mio ragazzo.

Già da piccola portavi sempre un libro con te?
Mia mamma dice che quando ancora non sapevo leggere prendevo in mano i libri e facevo finta. Una volta che ho imparato non ho più smesso.

Nella tua libreria qual è il libro con la copertina più bella?
Harry Potter and the Philosopher's stone nella prima edizione.

Se dovessi scrivere la tua autobiografia che titolo avrebbe?
Nessuno, un' autobiografia si scrive quando si hanno già un bel po' di esperienze da raccontare e io spero che quelle più interessanti debbano ancora arrivare.

L'intervista è terminata, una citazione da lasciare ai lettori?
Vi lascio una delle ultime che mi sono segnata nonché una di quelle che mi tormenta di più:
"Per molto tempo, la gente ha preferito credere che quegli organi comparissero dal nulla, o tutt'al più che crescessero in una specie di vuoto pneumatico. È vero, ci sono stati dei dibattiti. Ma nel momento in cui la gente ha preso a interessarsi degli... Studenti, nel momento in cui hanno cominciato a prendere in considerazione come erano allevati, se dovessero venire allo scoperto, ebbene allora era troppo tardi. Non c'era modo di invertire il processo. Come si può chiedere a un mondo che è arrivato a considerare il cancro come una malattia curabile, come si può chiedere a un mondo simile di accantonare la cura, di tornare all'età infelice dell'impossibilità?".
Ciao a tutti e grazie a te per questa cosa carina.







Commenti

  1. Sei bravissima, poni domande interessanti sia per l'intervistato che per il lettore!

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